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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 01 gennaio 2016 :  21:34:38  Mostra profilo  Rispondi con citazione


percepiamo la musica come un movimento nel tempo ,e volentieri ce la raffiguriamo(in analogia con la sua scrittura)come un movimento nello spazio.. buon anno a voi tutti..

pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 02 gennaio 2016 :  22:53:09  Mostra profilo  Rispondi con citazione


il diagramma delle emozioni diventa tutt'uno con il disegno di un movimento ..arpeggi..,dolcissimi..accoglienti..a tratti sensuali..
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 03 gennaio 2016 :  22:27:29  Mostra profilo  Rispondi con citazione


la felicita' di una forma è proprio questa possibilita' di mettersi in risonanza con figure inconsce,con quell'effetto miracoloso ed elettrico che conosce bene chiunque abbia avuto un'esperienza estetica che possa dirsi tale;e, a questo punto non dovrebbero più scandalizzare in un discorso estetico,parole come "grazia" o "divino" giacchè dovunque si metta Dio o le radici della bellezza è in gioco la stessa questione..il lamento di Penelope in Monteverdi,il tema fatato delle Ebridi di Mendelssohn e quel canto arabeggiante nel quartetto di Ravel..musiche diversissime,eppure frammenti folgoranti di felicita',contrassegnati da quella necessita assoluta e mai esauribile,che li fa sembrare "cosi da sempre per me"(come una tela di Giorgione o una melodia di Ciaikovsky..)come sa bene chi ama la musica,e non ne riconosce solo le frasi fatte...
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 04 gennaio 2016 :  22:33:47  Mostra profilo  Rispondi con citazione


l'opera ,come la musica sinfonica, il teatro in generale, il cinema, la letteratura, non sono semplici passatempi.. non si tratta solo di patrimonio culturale da studiare e difendere..l'arte arricchisce la vita, è la forma di condivisione più alta che sia mai stata inventata dall'uomo, permette alle persone di vivere esperienze emotive profonde e sconvolgenti, facendole viaggiare in mondi sconosciuti, nel tempo e nello spazio, nella propria interiorita' e in quella degli altri..un po come le atmosfere rarefatte e sospese che Debussy ha magnificamente calato nel suo meraviglioso “Clair de lune”...buon ascolto..
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 06 gennaio 2016 :  22:07:49  Mostra profilo  Rispondi con citazione


tra le pianiste più brave del nostro tempo.. vanessa benelli mosell
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 08 gennaio 2016 :  22:06:36  Mostra profilo  Rispondi con citazione


uno dei brani che spesso amo ascoltare è questo piccolo capolavoro di Dvorak,forse il più importante compositore ceco e uno dei rappresentanti più grandi del romanticismo in musica..nella sua ultima sinfonia Dvorak vuole quasi tirare le somme della sua esperienza nel nuovo mondo(alla fine del secolo scorso Dvorak fu chiamato in america come direttore del neonato conservatorio musicale)la forma classica accoglie qui suggestioni della musica degli indiani e dei neri,tanto che in molti passaggi sembra quasi di ascoltare uno spiritual o una canzone tribale,mai citati direttamente,ma sempre riletti attraverso la sensibilita' di Dvorak..il corno inglese comincia il suo canto malinconico e notturno,una melodia dal profilo semplice e affascinante..allo stesso tempo ci si spalancano di fronte agli occhi i grandi spazi americani,le praterie senza fine,dove il cielo è sempre più alto..sempre più azzurro..buon ascolto..
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 09 gennaio 2016 :  23:04:49  Mostra profilo  Rispondi con citazione


puo' la musica di un'orchestra raccontarci una storia,suggerirci un'immagine precisa e inequivocabile ..posta al di fuori della musica stessa?quello che narreremo e che soprattutto ascolteremo stasera sara' di un respiro diverso ..un tema maestoso e scolpito quasi un ritratto agitato e fremente..popolato di amori impossibili e figure fantastiche oserei scrivere quasi leggendarie..buon ascolto
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cinzia
Utente Sfegatato

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Spedito - 09 gennaio 2016 :  23:25:51  Mostra profilo  Rispondi con citazione
BELLISSIMA.......TEMPESTA DI NOTE IN UN INFINITO INCANTO

CI
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 10 gennaio 2016 :  22:03:06  Mostra profilo  Rispondi con citazione

con l'arte l'uomo si accorge,forse,di essere un'isola,come affermava il poeta John Donne,ma quest'isola è circondata da un arcipelago di altre isole con le quali può creare dei ponti e condividere emozioni ed esperienze uniche..gia' proprio come la tua.. tempeste di note in un infinito canto..cara cinzia ..a cui potrei rispondere guardando ad oriente ...guarda che e' cosi che ci si perde nel deserto..



il novecento è stato teatro di sperimentazioni ardite anche nel campo musicale,non solo in quello figurativo e letterario,in una continua crisi di linguaggio consolidato proveniente dal passato....cosi il Novecento stava lì ad aspettare che accadesse qualcosa, che qualche evenienza diffondesse all'intero globo le innovazioni del canto "nero", che la musica evolvesse verso nuove forme di composizione, di ascolto, di fruizione. Così, proprio nei primi anni del secolo, la commistione tra le nuove tendenze europee e il substrato della canzone blues delle comunità africane diede origine ai primi grandi cambiamenti musicali del nuovo corso: sul palcoscenico di un'America rinnovata nello spirito e nella cultura, nacque il jazz. E con esso George Gershwin.

Di origini russe, ma di americana adozione, Gershwin fu il primo grande diffusore del verbo afro-americano, del blues rudimentale che aveva appena conosciuto le improvvisazioni orchestrali di New Orleans, del jazz sincopato che stava diffondendosi come nuovo genere di intrattenimento musicale negli Stati Uniti. Gershwin fu il primo a "vestire" il jazz. Attraverso la musica classica.

È il 1924 quando, a soli 26 anni, George consegna nelle mani di Paul Whiteman la sua opera più illuminante, quella "Rhapsody In Blue" che costringe ad un lungo applauso i convitati della Aeolian Hall di New York, quel poema sinfonico che nella forma non nasconde il dovuto tributo alle "blue notes" afro-americane e che nel contenuto miscela con maestria l'improvvisazione jazzistica al piano e l'impianto sinfonico dell'orchestra. Una performance estatica, perfettamente equilibrata tra melodia e divagazione, pianissimo e fortissimo, stasi ritmica e deambulazione. In essa il jazz vive e brilla di luce propria, si alimenta delle tendenze sinfoniche ottocentesche per inserirsi in esse e dà adito ad un nuovo corso musicale sospeso tra la canzone popolare e l'improvvisazione colta: si scorgono, ascose, le prime gemmazioni della musica moderna.
fonte storica l'amico e collega mauro porzio che ringrazio per l'adattamento sintetico delle sue ricerche..Recensione scritta da Eneathedevil...cosi concluse un giornale dell'epoca ..In lui si destò il Novecento. Fu una splendida giornata ventosa...
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 18 gennaio 2016 :  21:23:49  Mostra profilo  Rispondi con citazione


l'adolescenza a volte è marchiata da un'emozione,il desiderio,che domina incontrastato le giornate,segnandole con uno spleen tutto particolare,in cui tutti abbiamo amato crogiolarci in segreto...l'amore è un mistero,la mancanza di un'idea di futuro lancia ombre sui pensieri,e la notte e' sempre gravida di speranza malinconica,di sogni di gloria piccoli e ingenui..scesa la sera amavo rifugiarmi in camera,mettere le cuffie in testa e sognare una vita diversa ispirato dalla mia compagna di vita..della mia stessa musica..i sogni sono cosi,senza un perché..uno dei brani che spesso ascoltavo in quel periodo era proprio il bolero di ravel..uno dei brani più celebri al mondo,di una semplicita' che non manca mai di riservare sorprese..l'idea di base è elementare:ravel compone una melodia dal vago sapore iberico,moresco..è come l'inizio di un incantesimo nei successivi dieci minuti,questo sara' il tema unico che sentiremo,sempre la stessa melodia,un'ossessione che contagera' tutta l'orchestra,strumento dopo strumento..il tema spagnoleggiante cosi innocente e aggraziato in un primo momento,cambia in continuazione profilo proprio grazie alle differenti voci dell'orchestra..dal nulla in cui era nato il bolero si è trasformato in un gigante mostruoso che balla la sua danza lasciva ed eterna...buon ascolto..
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 20 gennaio 2016 :  22:16:04  Mostra profilo  Rispondi con citazione


l'ispirazione è un genio multiforme,puo' catturare un artista all'improvviso suggestionandolo nella maniera più inaspettata..capita spesso che autori di musica restino stregati da un paesaggio,da un quadro,da un libro o desiderino catturarne l'essenza componendo un brano che descriva musicalmente la loro fonte d'ispirazione.ecco cosi che l'autore ci rende noto il "programma" su cui il suo lavoro è basato,e ci guida attraverso le immagini molto precise che ha deciso di descrivere in suoni... nella Moldava di Smetana ad esempio assistiamo al percorso del fiume slavo dalla sorgente,attraversando la Boemia insieme all'autore stesso,che dipinge con i suoni lo zampillare della fonte e la maestosita' del paesaggio..buona visione e naturalmente buon ascolto..
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pablo
Utente Molto Appassionato

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Spedito - 22 gennaio 2016 :  22:49:20  Mostra profilo  Rispondi con citazione




..nell'ottocento moltissimi compositori hanno utilizzato questo espediente per catturare l'attenzione del pubblico..(aggiungo )(strumento dalle possibilita' pressoché infinite),l'orchestra è abile nel descrivere i fenomeni atmosferici (pensiamo ad esempio al temporale nella sinfonia pastorale di Beethoven),evocare demoni e spettri(la danza macabra di saint-saens,che qui ascolteremo e vedremo proposta nel video dall'esecuzione orchestrale)o anche solo ricostruire l'atmosfera di un poema in versi(les preludes di lizt,ispirato a un'idilliaca poesia di Alphonse De Lamartine...buon ascolto e buona visione..
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