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pina
Utente Sfegatato
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Spedito - 04 marzo 2013 : 09:54:56
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La Svizzera dice basta ai superbonus. E' legge il tetto a stipendi per manager!!!
Thomas Minder, promotore del referendum svizzero.
Svizzera, verso vittoria sì al referendum contro mega-stipendi LUGANO - Gli Svizzeri danno scacco matto agli stipendi a molti zeri dei top manager e ai relativi superbonus, con un plebiscito al referendum lanciato dal deputato indipendente, Thomas Minder: un piccolo imprenditore di Sciaffusa, titolare di una ditta che lavora nel campo dell'igiene dentale, che è riuscito a conseguire l'obbiettivo di consegnare all'assemblea degli azionisti, togliendola ai consigli di amministrazione, l'ultima parola sulle retribuzioni dei dirigenti delle aziende elvetiche.
Una proposta che ha fatto il pieno di voti, ottenendo il consenso di due terzi degli svizzeri. Un vero tornado di sì, che ha sfiorato il 68 per cento. "L'esito del voto si è tradotto in un sonoro schiaffo agli ambienti economici, ma anche al Governo e al Parlamento, che avevano avversato, fino all'ultimo, le tesi di Minder", dice Yves Petignat, editorialista del quotidiano di Ginevra, Le Temps. Fatto sta che, adesso, il Governo di Berna ha un anno di tempo per inserire, nella costituzione svizzera, la nuova normativa, così come è uscita dalle urne. In sostanza per vietare i cosiddetti "paracaduti dorati", per i manager in partenza, i premi di benvenuto, per i nuovi arrivati, nonché le indennità di intermedizione, erogate in caso di acquisto di un'azienda, da parte della concorrenza. Tutto ciò diventa proibito, con il rischio di una condanna a tre anni di carcere, per chi viola la legge.
"Il sistema retributivo delle aziene quotate in Borsa subisce, in tal modo, un trasferimento di competenze sull'azionariato che, a mio avviso, non è, però, sempre in grado di decidere sulla politica retributiva", scuote la testa Fulvio Pelli, deputato federale ed ex-presidente del Partito Liberale svizzero. "Questo fatto - aggiunge Pelli - renderà sicuramente la Svizzera meno attrattiva, per i gruppi internazionali". Ci sarà, quindi, un esodo di manager capaci, come temevano gli avversari di Thomas Minder? "Ci sarà, forse, qualche partenza ma, soprattutto, verranno architettati degli escamotages", dice il deputato. "Potrà succedere - spiega - che una holding sia trasferita fuori dalla Svizzera, di modo che le retribuzioni dei suoi dirigenti vengano decise all'estero, aggirando la legge".
Ma cosa ha scatenato la vera e propria furia dell'elettorato svizzero, che ha consentito il trionfo di un personaggio, tutto sommato poco appariscente e per nulla carismatico come Thomas Minder? Secondo Pelli il fatto che "i manager svizzeri, contraddicendo la loro tradizionale modestia, da una ventina d'anni a questa parte hanno sposato il modello americano dei salari esorbitanti, così che è capitato che, in un anno, il numero uno di Credit Suisse, Brady Dougan, è arrivato a incassare la bellezza di 60 milioni di franchi", poco meno di 50 milioni di euro.
"Ecco, il cittadino non capisce perché questa gente, che guadagna così tanto, abbia avuto la necessità di esagerare", la spiegazione di Fulvio Pelli all'esito del referendum odierno. Per non citare l'episodio, avvenuto a ridosso del voto, che ha avuto per protagonista un altro mega dirigente, il numero uno di Novartis, Daniel Vasella. A 60 anni Vasella ha deciso di pensionarsi e, non contento di aver già guadagnato, in tutta la sua carriera, oltre 300 milioni di euro, ne ha ottenuti altri 50 di buonuscita. Cui, poi, ha dovuto rinunciare, pressato dall'indignazione popolare e dalla rabbia dei piccoli azionisti della multinazionale farmaceutica.
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pina
Utente Sfegatato
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Spedito - 04 marzo 2013 : 10:11:34
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pina
Utente Sfegatato
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Spedito - 04 marzo 2013 : 11:11:31
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Vaticano, nel 2003 Ratzinger fu informato di un caso pedofilia ma non lo denunciò Il Secolo XIX pubblica una lettera dell'ex vescovo di Savona Calcagno all'ex Papa, all'epoca prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in cui segnalava il caso di Nello Giraudo, indagato per pedofilia e sollevato dall'incarico un anno fa: "Se possibile, cercherò di tenerlo lontano dai bambini". L'importante è che non si sapesse: "Nulla - scrive Calcagno - è trapelato sui giornali.
Nei giorni in cui la Chiesa deve fare i conti con il caso O’Brien, il cardinale autoesclusosi dal Conclave per “condotta sessuale inaccettabile”, nuove ombre si allungano sul Joseph Ratzinger. Secondo quanto rivela il Secolo XIX, l’ormai ex Papa era a conoscenza di fatti di pedofilia avvenuti nella diocesi di Savona nei primi anni 2000 ma, nonostante fosse stato informato ufficialmente di quanto accaduto, non lo denunciò. Il quotidiano ligure pubblica una lettera inviata dall’ex vescovo di Savona, il cardinal Domenico Calcagno – uno dei partecipanti al prossimo Conclave -, a Joseph Ratzinger, all’epoca prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l’organo deputato a vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica.
La missiva riguarda il caso di Nello Giraudo, sacerdote della diocesi savonese, sollevato dal suo incarico nel 2012 in seguito alle indagini condotte dalla procura su una serie di casi di pedofilia che lo hanno visto patteggiare un anno di carcere per abusi sessuali compiuti su un diciassettenne nel 2005. Nella lettera inviata all’ex pontefice, Calcagno chiede un consiglio sull’atteggiamento da tenere nei confronti del sacerdote, visto che questi “intende continuare il suo impegno pastorale” ma al tempo stesso conferma di voler “per quanto possibile, evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto di bambini o adolescenti”.
Una denuncia fin troppo pacata e comunque tardiva, come dimostra un’inchiesta condotta dal programma di Italia1 Le Iene dal titolo “Abusi nascosti dalla Chiesa”, andata in onda nella serata di domenica: a conoscenza dei comportamenti di don Giraudo non era solo il cardinal Calcagno, ma anche i vescovi Giulio Sanguineti e Dante Lanfranconi. Molti casi riguardanti don Giraudo, peraltro, nel frattempo sono caduti in prescrizione, avendo il sacerdote “agito” dalla fine degli anni ’80, spostandosi di parrocchia in parrocchia senza che la Chiesa facesse nulla. Nel 1992, dopo l’ennesimo trasferimento, gli fu concesso di aprire una comunità per bambini disagiati a Feglino. Un paradosso.
L’unica preoccupazione del Curia era quella di salvaguardare l’immagine della diocesi. Nell’allegato alla lettera inviata da Calcagno a Ratzinger, infatti, l’ex vescovo precisa che “nulla è trapelato sui giornali e non ci sono denunce in corso”. Un tentativo di mantenere la situazione “sotto controllo”, evitando che il caso deflagrasse. E, una volta ricevuta la comunicazione, l’ex Papa non ritenne di prendere alcun provvedimento. Don Giraudo continuò ad “operare” fino alle denunce della procura che costrinsero la Chiesa a sollevarlo dall’incarico.
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Mastro79
Utente Molto Appassionato
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Spedito - 08 marzo 2013 : 21:28:09
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lottovolante
Utente Molto Appassionato
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Spedito - 09 marzo 2013 : 18:12:12
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In merito al post del 04 marzo a proposito di facce da culo vorrei far presente che certi lati b sono assolutamente meglio : non vorrete paragonarli al lato b di Belem o della sorella di Kate per fare due esempi a caso ( i primi che mi son venuti in mente) E non si può nemmeno dire che è così perché lavorano col c@@o : prendete l'uovo per esempio,nonostante sia fatto col c@@o è perfetto! Sono solo emeriti cialtroni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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pina
Utente Sfegatato
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Spedito - 18 marzo 2013 : 21:56:39
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La svolta del Coni: "Stop a tessere omaggio per i parlamentari
Il Comitato olimpico dice basta: niente più tessere riservate a deputati e senatori per tutte le manifestazioni sportive in Italia, "al fine di evitare strumentalizzazioni su favori e privilegi riservati ai parlamentari della Repubblica" Email StampaTAG Coni, tessere parlamentari ROMA - Il Coni volta pagina: niente più tessere riservate ai parlamentari per seguire le manifestazioni sportive in tutta Italia. La decisione del Comitato olimpico, guidato dal 19 febbraio scorso da Giovanni Malagò, è stata presa "al fine di evitare strumentalizzazioni su favori e privilegi riservati ai parlamentari della Repubblica".
Secca la nota apparsa sul sito ufficiale del Coni: "Il Comitato olimpico nazionale italiano comunica che, al fine di evitare strumentalizzazioni su favori e privilegi riservati ai Parlamentari della Repubblica, ha deciso di non rilasciare più la concessione della tessera riservata ad onorevoli e senatori per l'accesso alle manifestazioni sportive che si svolgono sul territorio nazionale!!!
" La Repubblica" 18 Marzo 2013 |
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franca46
Amministratore
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24532 invii |
Spedito - 19 marzo 2013 : 07:17:21
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speriamo si continui a tagliare ...... |
Franca46 Cerca di essere sempre te stesso, così un giorno potrai dire di essere stato l'unico |
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franca46
Amministratore
Italy
24532 invii |
Spedito - 19 marzo 2013 : 07:17:41
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speriamo si continui a tagliare ...... |
Franca46 Cerca di essere sempre te stesso, così un giorno potrai dire di essere stato l'unico |
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pina
Utente Sfegatato
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9014 invii |
Spedito - 20 marzo 2013 : 00:48:48
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Costi della politica, Boldrini e Grasso si riducono lo stipendio del 30% I presidenti delle Camere: "Abbiamo voluto dare subito un segnale". Proporranno anche l'aumento della produttività di deputati e senatori: da 48 a 96 ore e per 5 giorni su 7. A Montecitorio al via uno studio per tagliare le spese e destinare i risparmi alla ricerca!!!
Costi della politica, Boldrini e Grasso si riducono lo stipendio del 30% I presidenti delle Camere: "Abbiamo voluto dare subito un segnale". Proporranno anche l'aumento della produttività di deputati e senatori: da 48 a 96 ore e per 5 giorni su 7. A Montecitorio al via uno studio per tagliare le spese e destinare i risparmi alla ricerca di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 marzo 2013
Da subito un taglio degli stipendi del 30 per cento, ma con l’obiettivo di raggiungere il 50. Inizia così la legislatura dei presidenti del Senato e della Camera Piero Grasso e Laura Boldrini che hanno annunciato le novità alla prima riunione delle conferenze dei presidenti dei gruppi. Ma Grasso e Boldrini hanno anche annunciato di voler proporre nelle prossime riunioni l’aumento della “produttività”: in sostanza far passare la quantità di lavoro di deputati e senatori da 48 a 96 ore settimanali e per 5 giorni su 7. Provvedimenti che fanno dire allo stesso Grasso, in risposta a Beppe Grillo, che lui e la presidente di Montecitorio non sono “una foglia di fico”: “Siamo delle querce”. “Penso che cinque anni saranno pochi, se potessero fare qualche legge per prolungare il nostro mandato, per noi andrebbe bene – ha risposto Grasso durante Ballarò, su Raitre - Siamo partiti bene, speriamo di andare avanti”, ha aggiunto. La Boldrini ha proseguito di sentire il dovere di “essere ottimisti: questa cosa – ha detto parlando del progetto dei tagli ai costi della politica – avrà senso se riusciremo a metterla in atto: non credo che il paese possa permettersi di tornare subito alle elezioni”.
Durante la riunione dei capigruppo i presidenti delle Camere hanno annunciato che proporranno la trasformazione di tutti i rimborsi forfettari in “rimborsi a piè di lista, in modo che ogni singola erogazione sia giustificata in relazione alle finalità istituzionali”. Allo stesso tempo sarà proposto il rafforzamento delle garanzie per gli assistenti dei parlamentari, con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato. Poi la trasparenza: “Nell’ottica della trasparenza verranno pubblicati sui siti internet delle rispettive amministrazioni i dati di tutte le consulenze – si legge in una nota congiunta – Sarà poi chiesto ai dipendenti delle Camere, in servizio e in pensione, di usare la stessa sensibilità e disponibilità, dando concreti segnali di contenimento dei costi: un tema che sarà presto oggetto di dialogo con i sindacati”.
Tutti i gruppi hanno dato il consenso al taglio delle indennità dei due presidenti. Grasso e Boldrini hanno detto di “aver voluto dare subito un segnale” e hanno annunciato che analoga sforbiciata del 30 per cento sarà proposta “per i titolari delle altre cariche interne in tema di indennità di ufficio e di altre attribuzioni attualmente previste, alcune delle quali potrebbero essere del tutto soppresse, quali ad esempio i fondi per spese di rappresentanza”.
Camera, al via uno studio per tagliare i costi La Conferenza dei capigruppo della Camera, nella sua prima riunione della legislatura, ha anche deciso di avviare uno studio per giungere ad una riduzione dei costi di Montecitorio, e una revisione del Regolamento. Secondo quanto hanno riferito Pino Pisicchio (Misto), Gennaro Migliore (Sel) e Renato Brunetta (Pdl) la presidente Boldrini ha proposto entrambi i punti. Pisicchio ha parlato di una “riflessione generale sui costi della politica” della Camera, mentre Brunetta è stato più preciso: “I tagli riguarderanno sia gli eletti sia il personale, tanto quello attivo quanto quello in quiescenza, e riguarderà anche la gestione degli edifici e degli impianti”. Migliore si è detto “soddisfatto per l’invito ad una maggiore sobrietà” proposto da Boldrini. La novità consiste nel fatto che i risparmi avrebbero una destinazione precisa, che verrà decisa successivamente. Boldrini avrebbe proposto la ricerca. “E’ la cosiddetta tecnica della ‘marcatura dell’orecchio’ – ha spiegato Brunetta – Se in genere il taglio non ottiene consenso, la sua destinazione invece ottiene questo consenso”. La presidente ha pure proposto una revisione del Regolamento, con un insediamento entro breve tempo della Giunta incaricata. “Questo indica una fiducia nella durata della legislatura”, ha commentato Migliore.
Eletti i nuovi capigruppo: il Pdl sceglie Brunetta e Schifani Il Pdl ha scelto con un voto per acclamazione Renato Schifani al Senato e Renato Brunetta alla Camera, entrambi proposti ieri da Silvio Berlusconi. Liscia è andata anche l’elezione dei due presidenti della Lega, Massimo Bitonci a Palazzo Madama e Giancarlo Giorgetti a Montecitorio, così come quella di Gennaro Migliore alla guida dei deputati di Sel (i senatori del partito di Vendola sono solo 7 ed entrano nel Gruppo Misto di cui però assumono la presidenza con Loredana De Petris). Il Movimento cinque stelle già nei giorni scorsi aveva scelto i propri presidenti, vale a dire Vito Crimi in Senato e Roberta Lombardi alla Camera.
Più vivaci sono state le cose in casa Pd. In Senato Luigi Zanda aveva raccolto 75 firme a sostegno della propria candidatura e l’elezione è avvenuta poi per acclamazione. Alla Camera il segretario Pier Luigi Bersani ha proposto il giovane Roberto Speranza, 34 anni,“un giovane di lungo corso”. Ma contro l’elezione per acclamazione si è alzato Luigi Bobba che ha chiesto il voto nel segreto dell’urna, secondo lo Statuto del gruppo. E qui si sono registrati 200 consensi sui 284 votanti.
Analogo l’andamento in Scelta Civica. Il capogruppo al Senato, Mario Mauro (ex Pdl), è stato eletto all’unanimità, mentre al Senato il Lorenzo Dellai (ex Pd) ha prevalso con 30 voti su 45, con l’ala che fa capo a Italia Futura che gli preferiva Andrea Romano. La maretta ha portato pure ad una sospensione della riunione prima della conclusione positiva
http://video.repubblica.it/politica/grasso-e-boldrini-si-riducono-stipendio/122888/121374?ref=fbpr |
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pina
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Spedito - 20 marzo 2013 : 00:56:16
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Sicilia, cancellate le Province. Grillini in asse con CrocettaLa norma che abolisce le Province e istituisce i consorzi comunali è passata all'Assemblea regionale siciliana con 53 voti a favore, 28 contrari e un astenuto. L'opposizione di centrodestra aveva chiesto il voto segreto. Decisivo il sostegno dei grillini alla maggioranza.
PALERMO - L'Assemblea regionale siciliana cancella le Province. Sala d'Ercole approva la norma, promossa dal governo Crocetta e riscritta da tre capigruppo della maggioranza (Gucciardi, Leanza, Malafarina) dopo i rilievi del commissario dello Stato, che prevede il ritorno ai liberi consorzi comunali in sostituzione degli attuali enti. Salta il turno elettorale provinciale di fine maggio (arriveranno i commissari) e si dà tempo all'Assemblea sino al 31 dicembre per varare una nuova legge. In sostanza, ora l'Ars ha otto mesi di tempo per scrivere una vera e propria riforma. Che ancora non c'è.
È certo però, ed è scritto nell'emendamento approvato da Sala d'Ercole, che gli organi di governo dei liberi consorzi non saranno eletti direttamente dai cittadini ma scelti con un sistema indiretto di secondo grado. Dovrebbero essere i sindaci interessati a nominare, fra di loro, i vertici dei nuovi enti territoriali che prenderanno il posto delle Province. La norma che, nei fatti, abolisce le Province è passato con 53 voti a favore, 28 contrari e un astenuto. L'opposizione di centrodestra aveva chiesto il voto segreto. Decisivo, alla luce dell'esito, il sostegno dei grillini alla maggioranza. "A buon diritto possiamo definirla una delle vittorie politiche del movimento che ha riportato sui giusti binari una discussione che aveva preso un'altra direzione. Noi abbiamo sparigliato un pò le carte e riacceso il dibattito e alla fine sia Crocetta sia la maggioranza hanno ripreso quella che era una delle nostre proposte", dice il capogruppo all'Ars del Movimento 5 stelle, Giancarlo Cancelleri.
"L'abolizione delle Province è una riforma storica. Si tratta della prima tappa di una rivoluzione importante che riguarda la Sicilia. Oggi ha vinto il 'modello Sicilia'", ha detto il governatore siciliano subito dopo l'approvazione del maxiemendamento . "E' la prima regione che riesce a farlo". Poi Crocetta ha voluto ringraziare il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone (Udc) che "ha svolto ruolo irreprensibile e corretto, che ha fatto un uso severo delle regole |
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pina
Utente Sfegatato
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Spedito - 20 marzo 2013 : 01:04:14
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L'intronizzazione di Papa Francesco: "Non abbiate paura della tenerezza"Dalle 8.45 l'uscita da casa Santa Marta per la cerimonia di inaugurazione del pontificato. E' andato in mezzo ai fedeli prima della cerimonia sul sagrato di piazza San Pietro. E le prime parole sono per Ratzinger. L'omelia incentrata sul tema della "custodia" del creato e degli altri. "Il vero potere è il servizio".
di ALESSIA MANFREDI
CITTÀ DEL VATICANO - "Non dobbiamo avere paura della bontà, e neanche della tenerezza". "Il vero potere è il servizio". Bisogna "custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore". Durante l'omelia della Messa di intronizzazione, Papa Francesco traccia le fondamenta del suo Pontificato partendo da un forte richiamo al cuore, il pensiero rivolto ai più deboli e un appello a chi occupa ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale: "Per favore, siate custodi della creazione, dell'altro, dell'ambiente".
Interrotto più volte dall'applauso della folla - circa 200mila persone a piazza San Pietro, costellata, sotto il sole, da moltissime bandiere colorate da tutto il mondo - il Pontefice ha voluto lanciare un messaggio di speranza: "Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza", ha sottolineato. "Odio, invidia e superbia sporcano la vita", ha continuato, "non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo".
E' il giorno storico dell'intronizzazione del primo Papa gesuita, del primo Papa sudamericano, del primo a chiamarsi Francesco. Ma soprattutto è l'inaugurazione di un papato che si annuncia dirompente nei modi e nei contenuti. Già dalle prime uscite e dai primi discorsi, papa Bergoglio ha abituando i fedeli ad uno stile semplice, affabile, e a gesti inattesi, come attendere i fedeli fuori dalla messa domenica mattina e salutarli ad uno ad uno. Anche oggi alla messa inaugurale si è presentato con la consueta veste semplice, la talare bianca, e ha continuato a chiamarsi solo vescovo di Roma, chiedendo ai fedeli di pregare per lui.
Prima della Messa, si è immerso nella folla di piazza San Pietro. In piedi, su una jeep bianca scoperta si è sporto per salutare i fedeli, è sceso per abbracciare un disabile, ha baciato i bambini. E' poi rientrato in Basilica per indossare i paramenti per la cerimonia. E' sceso a pregare sulla tomba di San Pietro accompagnato da rappresentanti delle chiese orientali e cattoliche (4 cardinali e 6 arcivescovi). Sulla tomba di Pietro gli è stato consegnato il Pallio (la stola di lana con la croce rossa) simbolo del buon pastore e l'anello del pescatore. Con tutti i cardinali concelebranti è poi uscito dalla basilica ed è ricomparso davanti alla folla per celebrare la messa.
Le prime parole le ha dedicate al Papa emerito: oggi è San Giuseppe, onomastico di Joseph Ratzinger. Poi ha subito affrontato il tema principale, la "custodia" dell'altro, dell'ambiente, del creato. "Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza: il prendersi cura chiede bontà", ha ripetuto due volte. E ancora: "il vero potere è il servizio", soprattutto dei "più deboli e dei più poveri".
La folla lo ha applaudito più volte e lo ha salutato gridando "Viva Francesco" al suo rientro nella basilica di San Pietro, dove al termine della Messa ha ricevuto il saluto delle delegazioni ufficiali, oltre 130, arrivate da tutto il mondo. Presenti, fra gli altri, il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, la cancelliera Angela Merkel, il principe ereditario Felipe e la consorte Letizia, il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault, il re di Belgio Alberto II e la regina Paola, il principe Alberto II di Monaco.
La prima a salutare il Papa è stata la presidente argentina Cristina Kirchner che ha scambiato con lui una lunga stretta di mano. Bergoglio ha poi avuto uno scambio di diversi minuti con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il presidente del Consiglio Mario Monti.
Anche Plaza de Mayo, a Buenos Aires, ha festeggiato l'insediamento del Papa argentino. Un bagno di folla a distanza, con moltissima gente, in gran parte giovani, che hanno vegliato tutta la notte per poi seguire, a partire dall'alba, la cerimonia su un maxischermo. Poco prima dell'inizio del rito, dal palco si è diffusa la voce del Pontefice che ha telefonato per salutare i fedeli, chiedendo loro di camminare uniti e di pregare per lui. Una sorpresa, accolta da un boato di gioia. |
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